[Isole di Ferro>Approdo del Re]Vento in poppa!

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    La nave si librò agile e veloce al di sopra dei moti abissali, esercitando una pressione costante e alterna sulle interiora dell'uomo.
    Da quanto tempo era che non sentiva le budella intorcinarsi così?
    Sebbene la velocità e la durata di quel vogare non fossero niente che non avessero già affrontato nel ciclo precedente, le correnti che li stavano portando al largo rendevano ogni sensazione più intensa.

    Anni, si disse.
    Dal giorno in cui era partito per la guerra.

    Fu probabilmente quel pensiero, insieme all'eccitazione del momento e al vedere la Nebbia superare e distanziarsi di una e poi due misure dalla nave dell'Avaro a spingere Üdyn a portarsi a prua, dove Hagmar si era impossessato del posto più bello da cui poter osservare tutto.

    Osservare, e sentire.
    Reggendosi ad uno degli stralli, Üdyn sarebbe rimasto lì, nelle vicinanze del vegliardo, accomunandosi a lui nella silente contemplazione della voce delle onde e di tutto ciò che esse trasportavano.

    È così che dovrebbero vivere gli uomini di ferro, pensò.
    Non come granitici monoliti che governavano dall'alto dei loro solarii, ma come enti in perpetuo movimento che avevano per scranno il timone di una nave. Lo sapevano bene i loro avi, coloro che avevano contribuito a diffondere l'appellativo di "Terra dei mille re"; e altrettanto bene lo sapevano quegli Ironborn che facevano razzie nelle Stepstones, nelle Isole dell'Estate e sulle coste di Essos, o ancora più a meridione, verso quelle terre più di miti che di coste e montagne. Fosse stato anche lui un uomo libero, anche Üdyn avrebbe fatto come loro, portando quella nave dove più gli aggradava e vivendo una vita fatta di vento, sale e tutto ciò che poteva permettersi con il prezzo del ferro, senza un nipote a cui dover riportare tributi, senza casa né popolo di cui dover tenere conto se non il vascello e le sue anime.

    Era un bel pensiero; ma, sfortunatamente, non era un pensiero che un uomo che recava seco il nome di una Casa poteva permettersi. Üdyn, invece, doveva accontentarsi di quell'effimero piacere che sarebbe durato finché la nave che dovevano proteggere sarebbe diventata quasi una nota a margine all'orizzonte, prima di essere riportato all'ordine.

    Un passo alla volta, rammentò a sé stesso. Quest'anno Approdo del Re; il prossimo, le Isole dell'Estate... O magari le Stepstones.


    Quando la velocità calò, il Blacktyde riuscì a scorgere innanzi a sé l'emergente striscia di terra che delimitava l'isola di Orkmont, una sagoma ancora indistinta puntellata da due macchie più piccole, ma molto più nitide.

    «Orkmont.»

    Commentò, spezzando infine il silenzio che aveva avvolto la prora fino a quel momento. Dopodiché, chiese:

    «Cosa sai delle sue genti, Hagmar? Lasciano spesso la propria terra, cercando di razziare e seguire l'Antica Via? Qualcuno dei Lord che la abitano gode del favore dell'Abissale... o gli è nemico?»

    Non sono riuscito a trovare info su Casa Orkmont (solo su Casa Orkwood). È un refuso, oppure il PG ha fatto 1 su un check di conoscenze nobiltà? XD
     
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    Hai ragione, errore mio che ho preso il nome dalla mappa che ho creato. Sbagliata a quanto pare. Udyn può supporre quindi che siano navi Orkwood. Ho tirato conoscenze locali e orientamento per farglielo capire, vessilli non ne vede ancora.

    «Né più né meno di qualsiasi altro lord delle Isole, per quel che ho sentito dire» rispose Hagmar. «Hanno navi lunghe e navi commerciali, alcuni loro rampolli si spingono fino alle Stepstones per seguire l'Antica Via. Che io sappia solo due nobili in tutto l'arcipelago sono nemici dell'Abissale: uno a Blacktyde e uno ad Harlaw» concluse.
    I vessilli delle due navi in avvicinamento rivelarono appartenere agli Orkwood. Assunsero una rotta parallela alla Nebbia, tenendosi a distanza.
    «Chi ha sostituito il vecchio Dorren?» urlò una voce, che scivolò sulle onde, sino a giungere a Üdyn.
     
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    «Spero allora che l'Abissale permetta alle nostre vie d'incrociarsi, alle Stepstones o a Planky Town.»

    Disse, riferendosi ai rampolli menzionati dal vegliardo. Se la sua idea era davvero quella di emulare lo Hoare e conquistare delle terre, fare amicizia con dei promotori attivi dell'Antica Via non avrebbe potuto che giocare - soprattutto se si trattava di nobili.

    «Mi prendi in giro.»

    Commentò poi, sentendo dell'esistenza di un nobile ad Harlaw seguace dei Sette. Non un'accusa, solo un'esclamazione di sorpresa.

    «E a chi appartiene? Ai Kenning? Volmark? E, soprattutto, com'è successo?»

    Una domanda inutile, forse: di chiunque si trattasse, era assai probabile che fosse già in contatto con Baelor - il che voleva dire che, per avere una risposta, gli sarebbe bastato fare mente locale.

    Quel discorso, però, avrebbe dovuto aspettare: ben presto, i puntini all'orizzonte si fecero più nitidi, trasformando le sagome delle due navi lunghe avvistate prima nelle nitide ed elaborate curve di prue in legno e vele dal fondo giallo costellato di abeti.

    Sulle prime il capitano titubò, chiedendosi se il motivo di tale avvicinamento fosse dovuto all'aver sconfinato nelle acque del padrone di casa; ma quando qualcuno chiamò a gran voce il "sostituto", non ebbe esitazione alcuna:

    «Il capitano Dorren ha raggiunto la sala grande del palazzo dell'Abissale. Ne prendo il posto io, Üdyn di Casa Blacktyde.»

    Urlò a sua volta con tono greve, adatto alla notizia del lutto appena convogliato.

    «Presumo che a chiederlo sia un suo vecchio amico...» ...molto vecchio, vista la rapidità con cui aveva identificato la Nebbia Silente.
    «... o forse un parente? Fatti avanti, chiunque tu sia.»

     
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    «Agli Harlaw» rispose l'Annegato. «Ora che tutti i figli del Lettore sono morti, lui è l'erede di Dieci Torri. La madre era una nobile delle Terre Verdi.»
    Gli Harlaw erano prolifici in rami cadetti quindi era probabile che fosse uno di quei rami minori che in futuro avrebbe assunto il comando dell'isola di Harlaw, succedendo a Rodrik Harlaw, detto il Lettore.

    «Lo so che la vecchia canaglia ha tirato le cuoia. Possan le sue braccia essere forti per il remo dell'Abissale» rispose l'altro. «Sono Logan, capitano della Sirena Maculata. Ero un amico, ci incontravamo una volta a ciclo per farci una bella partita e scambiar due chiacchiere» fu la risposta.
     
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    Gli Harlaw, dunque. Quanto possono cadere in basso i potenti...!

    Invero, il capitano non si sarebbe mai aspettato di scorgere dell'eresia tra le Falci, i cui scudi, insieme a quelli dei Blacktyde, avevano ornato le murate delle navi lunghe della Flotta di Ferro otto anni prima. Non solo: alla morte del Lettore, signore di Dieci Torri e patriarca del ramo principale, questo eretico avrebbe succeduto al suo scranno, assicurandosi il controllo dell'intera isola.

    Sarebbe stato interessante immaginare come Balon Greyjoy avrebbe reagito a questa cosa: che se il valore di Blacktyde era marginale rispetto alle altre isole dell'arcipelago, lo stesso non si poteva dire della loro cugina sita a babordo. Avrebbe il Kraken tollerato tutto ciò? O una cosa del genere sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare la botte, portando il signore di Pyke a intervenire?

    Probabilmente non farà niente. Non farà niente, e Baelor guadagnerà un prezioso alleato con cui affrontare l'inverno e le stagioni a venire, comprare dei cavalli e andare nelle Terre Verdi a fare i loro stupidi combattimenti con le lance.

    **

    Il suo interlocutore si presentò come Logan, capitano della Sirena Maculata e amico del fu capitano Dorren.

    «Saluti a te, Logan della Sirena Maculata.»

    Rispose Üdyn con voce aspra. Era chiaro il gioco a cui quel Logan stava giocando: quell'uomo stava prendendo le misure, valutando di che pasta il nuovo capitano fosse fatto.

    «Non so a cosa giocavate tu e Dorren: dadi, carte... gioco del coltello... Ma sarò felice di bere qualche pinta, giocare con te e chiaccherare, se lo vorrai. Per mandare avanti la tradizione.»

    Se ce ne fosse stata l'occasione.
    Desideroso di sapere se quelle navi fossero lì fuori di pattuglia, se stessero scortando a loro volta dei mercantili, o se avessero preso il largo da sole. Üdyn rivolse lo sguardo oltre la figura curva di Hagmar, verso i sinuosi rilievi di Orkmont, alla ricerca di altri legni.

    Dopodiché, si sarebbe rivolto agli uomini della seconda nave lunga:

    «E voi, invece, che mi dite? Chi parla per voi? Chi è il vostro capitano?»

    Tiro osservare (per cercare eventuali navi scortate dalle due presenti in loco): 19
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      4/8/2023, 02:35
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    Non vi erano altre navi in vista, per quanto Üdym le cercasse. Non vi era nebbia, quindi non erano nemmeno occultate. Le due navi lunghe erano fuori da sole, era chiaro, ma vicino ai loro territori. Forse stavano pattugliando le loro acque o forse erano in esercitazione.
    «Quando tornerai dal tuo viaggio, se ti fermerai a Orkmont, vai al Tricheco Addormentato e chiedi di me. Se sarò a terra, avremo modo di farci una chiacchierata» rispose il capitano della Sirena Maculata. «Buon Viaggio!»
    «Capitano Lagoon, della Squalo Grigio» fu la risposta ovattata che giunse dalla nave più lontana. Se Logan era noto, anche se solo di nome al Blacktyde, di quel Laguna non aveva mai sentito dire nulla.
     
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    Niente di niente.

    L'assenza di altre navi lo portò a supporre che Logan e Lagoon fossero fuori per una pattuglia o un'esercitazione. Sull'onda del momento, pensò anche all'ipotesi di una sortita - al fatto che avessero preso il largo per andare a razziare - ma le parole del capitano della Sirena Maculata gli fecero pensare altrimenti.

    «Lo farò!»
    Rispose, non avendo molto altro da aggiungere.
    «Che possiate avere il vento in poppa, Logan della Sirena Maculata e Lagoon dello Squalo Grigio!»

    Dopo essersi congedato, parlò ai suoi:

    «Uomini, rallentiamo! Lasciamo che la Bambina riguadagni terreno.»

    Avrebbe continuato ad osservare le due navi lunghe almeno per un po', cercando di capire se si sarebbero dirette verso la nave dell'Avaro o meno. Non che fosse preoccupato: se Logan aveva riconosciuto la Nebbia, avrebbe identificato con altrettanta facilità anche la sua protetta. Quando lo Squalo e la Sirena si fossero fatte sufficientemente distanti, Üdyn si sarebbe spostato verso la poppa, avvicinandosi a Farren.

    «Logan della Sirena Maculata... Sembrava ben informato sui nostri affari. Presumo tu lo conosca. Che mi sai dire di lui e dell'altro?»

     
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    La Bella Bambina non avrebbe impiegato molto a raggiungerli, la breve chiacchierata aveva rallentato la Nebbia quel tanto da guadagnare qualche lega al mercantile, quindi l'equipaggio si limitò ad adattare l'andatura a quella degli inseguitori.
    «Logan ha sposato una cugina di Dorren, lui e suo figlio Lagoon portano il cognome Orkwood» rispose Farren,
     
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    Il commento di Farren, la sua spiegazione di come il capitano Dorren fosse legato attraverso una cugina ad un Orkmont, portò Üdyn a fischiare alla stessa maniera con cui un qualunque marinaio da taverna avrebbe fischiato nel vedere una donna dalle gambe lunghe quanto le torri di Pyke passargli davanti.

    «Però. E dimmi, aveva anche altri compagni ugualmente importanti di... a cos'è che giocava?»

    Non sapeva che il vecchio capitano avesse amicizie e parentele così in alto. Anzi, a voler essere onesti Üdyn non sapeva quasi niente di lui, se non che non avrebbe commesso l'errore di chiedere ulteriori informazioni proprio lì, sul ponte dove era crepato, davanti a tutti. In parte, si sarebbe dovuto accontentare delle sue congetture, quelle che volevano Dorren nato da una famiglia parecchio ricca per avere una cugina maritata a un nobile; per tutto il resto, e cioé per le informazioni relative a Logan Orkwood, avrebbe potuto chiedere a suo cugino Boda, che avrebbe raggiunto dopo aver finito di parlare con Farren.

    «Logan Orkwood.»
    Cominciò, con discrezione.

    «Il nome ti dice qualcosa? Se ha un figlio in età da capitano, vuol dire che doveva per forza esserci nella Guerra del Greyjoy. Io non mi ricordo di lui, e tu?»

    Chiese. A differenza di Üdyn, Boda aveva preso parte all'assalto di Seagard e alla difesa di Pyke.

     
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    «Siamo nobili entrambi, ma io ho un rango ben inferiore al tuo ed ero inferiore anche a Dorren» rispose Farren, aggrottando la fronte. «Credo giocassero alla Tavola del Re, Dorren diceva sempre che era un gioco che teneva sveglia la mente, più che la danza delle dita» spiegò.
    La Tavola del Re si giocava con una tavola quadrettata e lo scopo del gioco era catturare il Re Bianco, se si muovevano i neri, o farlo fuggire se si guidavano i bianchi.
    «Probabilmente era un semplice marinaio durante la Guerra. So che è diventato capitano dopo di quella infatti, quindi deve essersi distinto per qualcosa» ipotizzò.
     
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    Üdyn tentò di mantenere i nervi saldi, ma la verità era che le parole di Farren erano state per lui come uno schiaffo in faccia. Con il senno di poi, sapeva che avrebbe dovuto pensarci - il guercio era pur sempre il figlio dell'intendente; e invece, aveva preferito fidarsi delle parole di suo cugino, colui che, il giorno del funerale di Iora, gli aveva detto che Farren non era nobile... E che, pertanto, Üdyn non doveva preoccuparsi di eventuali usurpazioni del suo trono da parte sua.

    La verità, però, era che Farren era nobile. Nobile, e abbastanza scettico e legittimato da poter, in teoria, remargli contro qualora avesse deciso che la legge di Hagmar e dell'Antica Via non erano più di suo gradimento. E volendo essere ancor più lungimiranti - perché era, invero, di lungimiranza, e non di paranoia che si parlava! - non serviva neanche che il guercio gli fosse inimico, giacché il solo fatto di essere stato il secondo di Dorren avrebbe spinto eventuali dissidenti a cercare protezione sotto la sua ala, rendendolo di fatto la voce del malcontento e il fondamento di un potenziale ammutinamento.

    E se da un lato ora che la barca era salpata e i giochi erano fatti ruminare sopra quello stato di cose non aveva più senso, osservare lo svolgersi degli eventi e mantenersi pronto a qualsiasi evenienza - ovvero improvvisare - era, ora e sempre, la scelta più giusta, anzi, l'unico modo possibile di vivere per un capitano. Andare avanti un giorno alla volta, sì: e magari sperare che il Doppiosguardo mitigasse il suo scetticismo per merito dell'influenza congiunta di Hagmar e del Blacktyde... O che questa infervorasse gli animi della maggior parte dei membri dell'equipaggio, facendo sì che le lodi all'Abissale si levassero più alte e zelanti delle critiche e delle lamentele.

    ***


    «Poco importa: quei due parevano essere di pattuglia, e Logan è stato piuttosto esplicito. Dubito lo rivedremo presto.»

    Borbottò a Boda.

    «Detto ciò, sfruttare questo viaggio per conoscere altri capitani non potrà che far bene. Una volta passata Lannisport ci converrà tenere occhi aperti alla ricerca di eventuali navi lunghe.»

     
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    «Hai timore che ci attacchino?» domandò Farren. «Non abbiamo mai avuto problemi su questo lato del continente» raccontò.

    Se non altre cose eclatanti da dire e fare, puoi fare azione di chiusura. Poi fammi sapere se preferisci giocarti porto per porto o se facciamo direttamente l'arrivo ad Approdo (sempre che non mi escano imprevisti per il viaggio in mare nei tiri di dado)
     
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    L'intervento di Farren, il quale s'intromise agilmente nella conversazione tra lui e Boda, fu un valido monito per Üdyn di quanto potesse essere piccolo e stretto il ponte di una nave lunga.

    Per sua fortuna, il capitano non aveva detto niente di compromettente.

    «Niente del genere.»

    Rispose al Secondo, ridacchiando all'ipotesi da lui appena avanzata.

    «Ma tutti abbiamo bisogno di amici, di alleati e di compagni in arme; a maggior ragione ne avremo bisogno quando condurremo la Nebbia verso avventure più grandi.»

    Ancora ignari dei propositi del capitano, Farren e Boda avrebbero faticato a capire il significato di quelle parole: dopotutto, per razziare una sola nave era più che sufficiente. Nel cuore del Blacktyde, tuttavia, la visione di un regno, di una colonia fondata allo stesso modo in cui lo Hoare aveva fondato il suo feudo rendeva tutto chiaro. Üdyn sapeva che Baelor era un uomo più calmo di lui: più calmo, meno avventuroso e più calcolatore, che, lungi dall'acconsentire a dedicare un terzo delle sue difese navali a quella che vedeva come mera pirateria, avrebbe trovato quantomeno ilare la proposta di usarla tutta per andare a conquistare con la forza un lembo di terra. Se voleva che la sua grande impresa andasse in porto, l'uomo aveva bisogno di tempo, di tempo e di alleati.

    Possiamo chiudere qui, grazie. Per quanto riguarda il seguito, di sicuro vorrei giocarmi una visitina alla cittadella per comprare una mappa delle isole dell'Estate (oltre a fare ricerche utili a tracciare una rotta tra queste e Blacktyde)
     
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    Se lo desideri puoi spendere un punto influenza per prendere affinità con Farren
     
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