[Qarth]Una nuova bottega

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    C'era voluto un anno, ma finalmente era fatta.
    Aveva ottenuto il prestito, aveva affittato i locali, comprato gli schiavi e iniziato a sistemare tutto. Aveva dovuto comprare il mobilio per il laboratorio e la sua nuova casa, perché ogni giorno che passava i parenti di suo marito l'avevano praticamente messa alla porta. Non le era proibito andare a trovare il figlio, ma era chiaro che non fosse la benvenuta agli occhi del parentame. Gerchos era abbastanza neutrale alla cosa. Era stato cresciuto dalle balie quindi non aveva un legame fortissimo con lei, ma la rispettava in quanto suo figlio. Aveva 11 anni, era ancora un bambino e, nonostante la sua giovane età era il capofamiglia dei Sevensen, almeno di nome, perché la gestione degli affari era di fatto in mano a Wendaro Woxa Sevensen, il fratello minore di Joras.
    Dopo aver sistemato il laboratorio, aveva dovuto allacciare contatti con altri mercanti, affinché la sua bottega avesse sempre ottime stoffe e, una volta riempito il magazzino, aveva assunto due assistenti, i quali, in cambio di vitto e alloggio, l'avrebbero aiutata a gestire la bottega.
    Era tempo di aprire, finalmente.
    La prima persona a varcar la soglia fu... sua madre Varry, che la guardò orgogliosa ma con uno sguardo sottile. «Ah! Una nuova rivale sul mercato» sentenziò guardandosi attorno. Annuì. «Non male, d'altronde, sei mia figlia» asserì infine.
     
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    Il sole aveva appena cominciato a schiarire il cielo quando Orixah aprì gli occhi sull'ampio letto su cui stava riposando. Proprio per dimenticare gli anni passati a dormire in compagni di un uomo, se ne stava tranquilla nel bel mezzo di quel pagliericcio. Per una manciata di minuti rimase immobile con le mani sul grembo intenta a scrutare il soffitto a riflettere e pianificare quella lunga e importante giornata.
    Una volta alzata usò l'acqua che aveva tenuto da parte dalla sera precedente per sciacquarsi il volto e dopo essersi coperta le spalle con una vestaglia si diresse alla cucina per far scaldare dell'acqua e preparare un infuso di erbe. Prese della frutta comprata a buon mercato il giorno precedente e tornò nelle proprie stanze con una tazza fumante e qualcosa di cui cibarsi per cominciare la giornata. Rientrata, chiuse la porta alle proprie spalle e si accomodò alla scrivania. C'erano diversi manoscritti tenuti ordinatamente su di essa che trattavano di leggende, storia qarthi e infine, tenuto in uno dei cassetti, un piccolo ragistro che aprì davanti a sé. Sorseggiando l'infuso di erbe, cominciò a sfogliarlo lentamente. C'erano segnati tutti gli incontri e spese sostenute in quel lungo anno di intenso lavoro e preparazione, proprio per quell'ultimo giorno. Arrivata all'ultima pagina scritta assottigliò le labbra in un freddo sorriso, afferrò delicatamente la piuma imbevuta d'inchiostro e segnò una piccola croce in alto a sinistra del foglio spostandosi poi sulla nuova pagina bianca per scrivere la data del primo giorno della Sua bottega e dell'inizio dell'attività che avrebbe provato a far crescere e allargare.
    Una nota di soddisfazione le si dipinse sul volto, continuando poi a scrivere.

    Finita quella breve colazione cominciò a prepararsi a dovere per quell'importante giornata. Non ci impiegò molto, essendo abituata a ritmi forsennati e a non perdere troppo tempo di prima mattina. Poco dopo l'ora dell'allodola era pronta; un tipico abito qarthi in lino color carta da zucchero di pregevole fattura le scendeva dalla spalla sinistra per poi stringerle i fianchi slanciati fino ad arrivare comodamente alle caviglia mentre ai piedi portava dei sandali con lacci che le salivano fin poco sotto le ginocchia. Il viso era pallido e lasciato privo di trucco sulle gote, rimarcando le sue origini qarthi di cui andava tanto fiera, mentre del kajal le contornava gli occhi azzurri enfatizzando il suo sguardo. I capelli ricci erano raccolti lasciando appositamente delle ciocche svolazzare liberamente. Infine indossò un pendente e degli orecchini consapevole di dover fare una buona prima impressione coi nuovi clienti. Preso il necessario per uscire e il registro tornò nella cucina per controllare che l'infuso fosse ancora caldo lasciando poi della frutta secca, del pane e giusto qualche frutto per gli assistenti affinché potessero fare anche loro il primo pasto mattutino. Gli aveva dato appuntamento per l'ora del Fabbro alla bottega, un modo per testare la loro proattività. Infine, sapendo che la governante si sarebbe presa cura della casa, uscì.

    Non impiegò molto tempo a raggiungere la sua bottega, avendo preso la sua nuova dimora proprio nei paraggi della sua nuova attività, e di certo non era l'unica a camminare per le strade della città vista la natura commerciale di quelle vie. Arrivata alla bottega, passò diverso tempo controllare cosa mancava ancora da fare - per poterlo poi dar da fare agli assistenti - e organizzare per l'ennesima volta il bancone tenuto davanti l'ingresso della bottega. Il sole man mano si era fatto strada dalla finestra finché, finalmente ed anche un po' a sorpresa, qualcuno entrò.
    Rimase composta nel vedere la madre, limitandosi ad incurvare appena le labbra in un lieve sorriso. La lasciò parlare in silenzio, limitandosi a fare qualche passo in sua direzione lasciando in sospeso ciò che stava facendo <dovevo pure mettere in pratica gli insegnamenti tuoi e della nonna... però non avendo un'abile apprendista a darmi una mano, non partirò avvantaggiata come avete fatto voi> abbozzando un sottile e freddo sorrisetto divertito, riferendosi ovviamente a sé stessa <non poteva esser altrimenti, no? Ed ora ci saranno due Anerelios nei mercati cittadini> con una lieve nota complice, dando infine un'occhiata attorno <sto giusto ultimando gli ultimi preparativi e decidendo cosa far fare ai miei assistenti per poi andare al mercato a... trovare i miei primi clienti> l'aggiornò con tono abbastanza distaccato, posando infine lo sguardo su di lei <te, invece? Sei venuta a darmi manforte, eri di passaggio o volevi soltanto spiare la concorrenza?> assottigliando lo sguardo con fare vagamente scherzoso.

    Edited by Daalm - 29/12/2021, 09:58
     
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    Varry sorrise. «Sono venuta ad augurarti buona fortuna. Lavorare per il pubblico è molto impegnativo. Io per fortuna ho sempre avuto un solo cliente: la famiglia Jaackas» replicò, guardandosi attorno.
    «Non dovevo invogliare i clienti a entrare nella mia bottega, non avrei avuto tempo per accontentare altri... la moglie di Peeth potrebbe darmi da lavorare per una vita intera» disse civettuola.
    Spostò le iridi sulla figlia, scrutandola per un istante. «Che genere di clienti pensi di trovare al mercato?» chiese per poi sospirare, passando le mani su alcune delle stoffe esposte dietro il bancone. «Dovremo anche decidere che farne del mio laboratorio... sto diventando vecchia e i miei occhi non sono più quelli di una volta» mormorò sommessamente.
     
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    Sorrise tiepidamente alla sua risposta sull'augurarle buona fortuna rivolgendole un cenno di ringraziamento. Non era molto espansiva nella vita quotidiana, sapeva esserlo quando la situazione lo richiedeva, e la madre ne era consapevole. Annuì lentamente un paio di volte ai suoi commenti sul lavorare per il pubblico abbozzando un sorrisetto al citare la moglie di Peeth. Distolse lo sguardo per qualche istante su un foglio tenuto sul bancone, prima di tornare a guardare la madre e risponderle <la moglie di Peeth... certamente> mostrando il sorriso vagamente più divertito.
    Fece un respiro lievemente più profondo e poi rispose alla domanda rimanendo sempre alquanto composta e senza mai gesticolare troppo <i clienti che guarderanno e toccherannoi tessuti più pregiati con... interesse> un freddo sorrisetto si dipinse sul suo volto osservando la madre che sfiora una delle stoffe messe appositamente in esposizione dietro al bancone, avvicinandosi <li aiuterò a selezionare ciò che più li potrà soddisfare convincendoli di quale magnifico ed unico abito potrei realizzargli...> si fermò per qualche istante occhieggiando la madre < uno che gli permetterebbe di mostrarsi al meglio a questa fantastica città, affinché possano esaudire tutte le proprie aspirazioni e gratificarsi di ciò che possono davvero realizzare...> col tono che si fece più caldo, emozionante, con lo sguardo più attento alle linee della madre con lo sguardo di chi sta davvero pensando di realizzare un abito con quel tessuto che stava sfiorando. Evidente che stia provando a convincerla - probabilmente per gioco o per mostrarle ciò che vorrebbe fare con i possibili clienti al mercato - che un abito potrebbe cambiarle tutto ciò. In quel caso, anche la gestualità venne sfruttata per far sì che le proprie parole potessero convincerla.
    Notò infine il cambio di tono ed espressione nel parlare del suo laboratorio e decise di rimanerle vicina <non preoccuparti... ho imparato molto anche dagli Svensen, non voglio limitarmi alla sartoria ed espandere gli affari... quindi magari un giorno, questo non sarà un laboratorio di una sarta e tutti gli abiti che i miei apprendisti e collaboratori realizzeranno saranno realizzati con cura in quello che ora è il tuo laboratorio> abbozzando un lieve sorriso <i tuoi occhi non saranno quelli di una voltà, ma sei e sarai ancora una sarta di prim'ordine per tanti anni e... una socia serve sempre, non credi?> Lo sguardo poi si fece un po' pensieroso, posandosi su una delle stoffe esposte lì vicine <ho già fatto affari con diversi mercanti per ottenere queste stoffe ma... vorrei approfittare delle visite ai mercati per conoscerne altri proprio per questa mia aspirazione. Dici che potrebbe valer la pena chiedere a mio padre?> un po' dubbiosa, riferendosi non al suo padre biologico Peeth Jaackas, ma al marito di Varry, l'orefice.

    Diplomazia: 13


    Edited by Daalm - 3/1/2022, 21:08
     
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    «Quindi vuoi andare al mercato per abbordare clienti per questa sartoria come una donna di malaffare fa con i propri clienti?» domandò perplessa. Strinse le labbra. «Non posso prenderti come socia per poi lasciarti succedere a me al servizio dei Jaackas... Già il fatto che Peeth ti ha concesso un prestito ha suscitato un certo clamore, se ti prendesse anche al suo servizio sua moglie potrebbe capire» mormorò con tono flebile. «Saremmo entrambe in grave pericolo se si scoprisse che sei figlia di Peeth» aggiunse, occhieggiando la porta nel timore qualcuno potesse entrare.
    «Muoviti con prudenza quando vuoi incontrarlo. L'ideale tu chiedessi udienza come vuole la tradizione...» Che voleva dire andare al Tempio e officiare un sacrificio.
    «Mercanti e Superni sono nemici naturali... ma sicuramente qualcuno dei Jaackas sarà un mercante...» ipotizzò.
    Un rumore alla porta precedette l'arrivo di Thaite, la sua assistente, e suo fratello Ryat Xiat Randar, l'altro assistente scelto da Orixah. Essendo parenti, condividevano la stessa stanza senza problemi, facendole risparmiar denaro. La prima aveva 15 anni, il secondo 14.
    «Buongiorno, maestra» disse la prima, rivolgendo un educato inchino alla titolare. Altrettanto fece il fratello.
     
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    Alla risposta della madre inarcò il sopracciglio sinistro facedosi inizialmente un po' sorpresa. Un sottile e freddo sorriso comparve sul suo volto qualche istante dopo <avendo sempre lavorato per i Jaackas potrebbe sembrarti strano ma, quando si apre una bottega, è così che si fa. I clienti non compaiono davanti alla porta per concessione divina> prima di aggiungere <quindi non preoccuparti, io non proverò ad abbordare i miei clienti> assottigliando vagamente lo sguardo in un implicito rimando a quello che lei ha fatto con Peeth, suo padre.
    L'espressione si fa un po' più seria quando spiega il perché non potrebbe ereditare la sua attività ma non sembra disperarsi o trovarsi particolarmente in disaccordo a riguardo <sicuramente> risponde subito, notando come ha guardato il portone <vorrà dire che quando non riuscirai più a gestirla e avere profitti neanche con gli assistenti, vedremo cosa fare. Venderla ad altri, oppure in base anche a come va quest'attività, allargare i nostri affari con altri clienti> sollevando lievemente le spalle. Il tono è sempre molto serio e non lascia molto spazio alle emozioni lasciando trasparire particolari stati d'animo.
    Alle parole successive sulll'incontro col padre e sul sacrificio, la mora si umettò appena le labbra facendo una sottile smorfia. Non era la prima volta che le diceva di muoversi con particolare prudenza nel parlare col suo padre biologico. <certo, e ti ringrazio sempre per ricordarmelo, ma in questo frangente mi riferivo a Nizat... sicuramente avrà qualche aggancio per le materie prime e rivenditori a cui si rivolge per vendere le sue creazioni> il tono non è particolarmente convinto, specialmente nell'ultima parte, quando parla di Nizat Vnorar, l'orefice con cui si è sposata Varry sotto ordine di Peeth Jaackas quando aveva scoperto di essere incinta di Orixah <magari potrebbe esser d'aiuto...> ipotizza serrando poi le labbra in un'espressione imperscrutabile.

    Al rumore alla porta lo sguardo si posò subito su di essa e, nel vedere che erano Thaite e Ryat, Orixah annuì lievemente mostrandosi compiaciuta nel vederli già lì <buongiorno> con tono freddo, nonostante sul volto si dipinca un tenue sorriso. Supera il bancone e si avvicina a entrambi indicando poi la madre <vi presento Varry Anerelios, mia madre... lei mi ha insegnato tutto di questo mestiere e io farò lo stesso con voi> con un tono leggermente più caldo, prima di tornare a guardarli entrambi <loro invece sono Thaite e Ryat> completando il giro di presentazioni. Si riavvicina a passo lento nei pressi del bancone, aprendo il suo registro. Gira un paio di pagine e poi l'indice della mano destra scorre su una di esse con calma, soffermandosi su una riga <oggi è il giorno dell'apertura...siete pronti a cominciare?> domanda, alzando lo sguardo su entrambi per cercare di capirne meglio le reazioni, finendo poi per tornare a guardare il registro delle attività cercando eventuali compiti da far svolgere ai due affinché possano aiutare l'organizzazione della bottega al meglio.

    Percepire intenzioni: 10
    Conoscenza Amministrazione: 25
     
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    Varry sospirò sollevata e rise. «Il buon vecchio Nizat. Vedo più spesso te che lui... il lavoro mi tiene lontano da mio marito» commentò.
    La donna spostò quindi lo sguardo sui due assistenti e, alle presentazioni di Orixah, mosse la mano di fronte al viso, per poi portarla al petto eseguendo uno svolazzo col pollice, per salutare entrambi, i quali ricambiarono.
    Thaite sorrise al dire di Orixah e annuì. «Certo, Maestra. Stavo pensando che, in attesa dei clienti, potremmo ricamare una pezza di stoffa, in modo che sia più elaborata e preziosa» commentò.
    Era una mansione adeguata ai due assistenti. Li avrebbe tenuti impegnati a lungo, poiché era un lavoro di precisione, che avrebbe aumentato il valore della stoffa lavorata, oltre ad arricchirla con le decorazioni.
    Orixah avrebbe solo dovuto decidere che fantasia far ricamare loro. A Qarth andavano molto le cornici con simboli geometrici. Erano facili da eseguire rispetto ad altri lavori e come primo incarico era l'ideale.
     
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    La donna abbozzò un sottile sorriso a quelle parole, sempre freddo ed un po' criptico <lo so bene... vedrò di salutarlo anche da parte tua nel caso decidessi di andarlo a trovare> e qui una punta di divertimento comparve sul suo volto.
    Osservò con attenzione i saluti reciproci tra i tre posando infine lo sguardo su Thaite quando le rispose. Sembrò apprezzare le sue parole visto che i tratti del viso si ammorbidirono sensibilmente <ottima iniziativa, era quello che volevo sentire> commentò a sua volta mostrandosi compiaciuta. Diede anche una celere occhiata al fratello di Thaite prima di invitarli al bancone con un cenno della mano, delicato ed elegante.
    Chiuse il registro che stava consultando e si spostò lentamente dietro al bancone. Aprì uno dei cassettoni ed afferrò un foglio di pergamena ed un gessetto nero per poter fare un rapido schizzo. Avvicinò con calma il gessetto al foglio facendo dei rapidi gesti senza però ancora lasciare alcuna traccia sul foglio. Dall'espressione concentrata era evidente che stava ancora cercando di capire cosa disegnare e, nel frattempo, stava scaldando un po' la mano.
    Annuì una singola volta e poi cominciò a tracciare con un tratto deciso un motivo a losanghe accostando un po' di rombi uno affianco all'altro <umh... aggiungerei anche questo...> commentò a bassa voce andando a tracciare delle linee ondulate che percorrevano i rombi sulla loro diagonale maggiore. Ruotò il foglio per farlo vedere ai due assistenti <le losanghe le voglio perfette, la linea non lo è. Voglio mettervi alla prova e vedere cosa sapete già fare> aggiunse con tono abbastanza freddo. Lasciò passare qualche istante per saggiarne le reazioni e poi serrò le labbra in un sorriso appena accennato <vi faccio vedere dove prendere il necessario e le stoffe di prova. Prima esercitatervi e sciogliete la mano e poi mettevi alla prova con delle piccole pezze di tessuto> fece qualche passo verso la porta che dava al retro della bottega <se verranno bene, poi le lavorerete per raffinarle e renderle vendibili... altrimenti...> lasciò la frase in sospeso assottigliando appena lo sguardo in un'espressione non particolarmente bonaria. Non aggiunse niente ma aprì la porta rivolgendosi infine alla madre <finito con loro vado al mercato e poi nel caso andrò a trovare Nizat, non per forza in quest'ordine....> abbozzando finalmente un sorriso più caldo, come a volerla ringraziare di qualcosa. Non le aveva chiesto in maniera diretta di accompagnarla in quanto era un modo per congedarla e poter poi, successivamente, proseguire da sola nella giornata.

    Artigianato generale: 14

    Chiedo anche scusa per il limite di tempo abbondantemente superato. Ho avuto una sorta di blocco di ispirazione per la piggia e, per averlo un po' sbloccato, ringrazio anche Haral :]
    Per questa ragione ho anche perso il timing con le altre due in cui invece sono un po' più spedita e, colgo quest'occasione, per dire che non avverrà più. Nel caso dovessi avere un blocco, procederò con le altre rispettando le tempistiche e senza ostacolare altri filoni.

    Grazie per la comprensione e... scusate ancora!
     
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    Tranquilla, capita, la tesi richiede impegno ^^

    Varry annuì. «Oh, sì, te ne prego. Sono incredibilmente manchevole nei suoi riguardi, ma la sua presenza mi è così poco gradita» ammise con tono sommesso per non farsi udire dai due garzoni.
    Alle parole di Orixah, Ryat assunse una posizione impettita. «Faremo del nostro meglio e non potrete non esserne soddisfatta» assicurò.
    Varry la accompagnò fuori e per un pezzo di strada, poi la salutò e si diresse verso il palazzo del suo mecenate.

    Il mercato di Qaarth era ordinato come sempre, nonostante la folla. In molti vi si recavano e si fermavano sulle panchine di pietra, all'ombra dei palmizi, a scambiare due chiacchiere con amici e conoscenti. C'erano bancarella con frutta e verdura proveniente dai giardini interni. C'erano ambulanti che vendevano fagiani e pavoni dai piumaggi sgargianti. Spostandosi lungo la strada che conducevano al porto c'erano le bancarelle più ghiotte, quelle che se era arrivata qualche nave con carichi interessanti, loro sicuramente la stavano vendendo.
    Una di questa bancarelle era gestita da Taxo Pryor Tyox, un mercante di seta e altre stoffe. Solitamente nascondeva le pezze migliori per offrirle poi ai nobili o ai ricchi artigiani.
     
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    Osservò la madre ed abbozzò un leggero sorriso chiudendo gli occhi in un tacito segno d'assenso. Erano ben lontani i giorni in cui non sapeva il reale motivo di tale rapporto complicato tra i genitori e, anche se in tenerà età la situazione l'aveva fatta soffrire, una volta scoperto del suo vero padre si era messa l'anima in pace ed aveva accettato quel ruolo da intermediaria di coppia. Ovviamente, la grande stima verso la madre aveva condizionato anche il suo rapporto con Nizat che non era mai decollato particolarmente.

    Posò il suo sguardo di ghiaccio su Ryat e serrò le labbra in un'enigmatica espressione <bene... vi mostro dove poter prendere le stoffe e i fili> fredda nel tono accompagnandoli nel retro bottega per qualche minuto. Dopo avergli mostrato dove poter trovare le cose selezionò anche il tessuto ed i fili di prova ed infine quelli su cui dovevano realizzare il ricamo da poter commercializzare. Una scelta di tessuti particolarmente difficile da lavorare che metteva sicuramente alla prova i due assistenti con un abbinamento particolare. Stoffa di color turchese con ricami color corallo in un contrasto di colori deciso <non saranno dei pezzi da vendere a buon mercato ma rivolti ad una clientela abbastanza ricercata. Non deludetemi e lavorate bene, senza troppa fretta. La precisione e la calma sono ricompensati, soprattutto visto che siete alle prime armi> provando a motivarli e rincuorarli con i suoi soliti modi un po' distaccati. Ritorna con loro nella stanza principale avvicinandosi alla madre <buon lavoro. Non dovrebbero arrivare clienti ma, nel caso dovesse capitare voglio che vi comportiate a dovere e che prendiate nota> posando lo sguardo sul bancone su una pergamena appositamente tenuta con un pennino a fianco. Ultima fredda occhiata ad entrambi ed infine uscì dalla propria bottega.

    Parò tranquillamente con la madre durante quel pezzo di strada ed infine arrivò al mercato. Passo lento e schiena bella dritta col suo consueto portamento elegante, lo sguardo si posava attentamente sulle bancarelle ma ancora di più sulle persone che si mostravano interessate a comprare qualche stoffa o abito del resto, oltre che essere lì per accaparrarsi qualche stoffa di pregio con cui fare abiti raffinati, doveva anche stare attenta a possibili clienti essendo fondamentali per far partire al meglio l'attività ed i suoi piani. Agli ambulanti non rivolse neanche uno sguardo ed infine arrivò alla bancarella di Taxo Pryor Tyox. Preferì avvicinarsi cauta cercando prima di capire se aveva già qualche cliente interessanto alle sue mercanzie e capire prima di interagire con lui com'era la situazione. Un leggero sorriso affabile le si disegnò sul viso e lo sguardo freddo e tagliente si fece più tranquillo, sereno... tutto per mostrarsi più amichevole con il mercante di cui sicuramente avrebbe avuto bisogno.

    Artigianato generale (sarta): 7
    Professione Mercante: 13
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    Camminando tra le bancarelle, Orixah riconobbe Prym Axar Thorat, un mercante che possedeva due navi con le quali faceva la spola per il mare di Giada e la Baia degli Schiavisti. Sembrava interessato proprio alle bancarelle di stoffe, visto che passava da una all'altra in evidente cerca di qualcosa. Proprio mentre Orixah stava passando in rassegna le stoffe sulla bancarella di Taxo, Prym si avvicinò, scorrendo con le iridi sui tessuti esposti. Alzò lo sguardo prima su Orixah, la quale non sembrava in procinto di rivolgersi al mercante, quindi si rivolse a Taxo. «Cerco una seta adatta per fare un abito a mia figlia per il suo sedicesimo genetliaco. Voglio che sia la più bella alla sua festa.»
    Taxo gli mostrò diverse sete, ma l'uomo scosse il capo. «A lei piace il nero.»
    Gelo. Il nero era un colore poco amato a Qarth ed era difficile impreziosirlo con decorazioni senza che apparissero troppo pacchiane o spudorate.
    Prym sembrava decisamente intenzionato a volere della seta nera e Taxo gliene mostro una che sembrò interessargli abbastanza da portare i soldi alla borsa dei soldi. Chissà se il mercante aveva già un sarto per confezionare l'abito alla figlia.
     
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    La role viene chiusa perché è stato superato il limite di sette giorni per rispondere. Non essendoci stato alcun avviso da parte del player, potrà essere riaperta senza però guadagnare alcun punto esperienza.
     
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    Riapro la role. Fai ultima azione e riprendiamo in una nuova role da quella, visto che qui non prenderai px
     
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