[Braavos] Un amico è qualcuno che ti conosce molto bene e, nonostante questo, continua a frequentarti

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    Era avvenuto tutto troppo velocemente, in maniera confusionaria e ondeggiante, come in uno dei miraggi che si potevano vedere nel deserto di Dorne a causa della mancanza d’acqua o semplicemente per via del caldo.
    Sami era in buone mani ma ovviamente il denaro che aveva alla Banca di Ferro non era stato sufficiente a coprire le spese, aveva dovuto sottoscrivere un prestito e fortunatamente l’aveva compreso avendo assistito il padre per quello di Alto Eremo… non che fosse certo di essere stato del tutto lucido in quel momento, il suo affetto verso Sami non gli causava alcun rimpianto ma la sua parte razionale gli dava dell’idiota… i poveri non potevano permettersi di avere dei debiti.
    Inspirò, doveva dire la verità a Vogero poiché se Mylliano l’avesse preceduto sarebbe caduta ben più di una testa e allo stesso tempo desiderava trovarsi al capezzale dell’amico, per quel poco che potesse fare, alla fine non era un guaritore.
    Si ritrovò a sospirare nuovamente, stava provando una strana consapevolezza, per quanto il pentoshi fosse parte della sua vita non era disposto a lasciare il Lupo, neppure per lui, ma questo lo faceva sentire ancora più uno sciocco.
    Non restava che recarsi a Ca’Nahar, presto o tardi le voci si sarebbero sparse e sarebbe davvero andato a cercare lavoro dalle cortigiane o al quartiere porpora per restituire quella somma.
    A quel punto smise di respirare per un momento, osservando in lontananza la magione, per una volta avrebbe voluto che gli Déi avessero pietà di lui, non l’avrebbe spaventato di più nemmeno affrontare un leone di montagna o partecipare a un torneo, peccato che entrambe le cose mancassero a Braavos, esistevano situazioni in cui nemmeno lo cyvasse e gli scacchi potevano aiutare.
     
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    Il servo che lo accolse rimase stupito di vederlo arrivare dalla porta di terra. «Bentornato, Sior. Ho sentito che lo vino è stato scaricato e che lo capitano sta a parlar con lo Sior Mylliano. In cantina stanno imbottigliando lo vino arrivato, che lo Nobil Homo ha chiesto di berne e ha chiesto pure di voi» spiegò.
     
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    “Bentornato, Sior” non gli era ancora chiaro cosa i servi pensassero di lui ma non creavano problemi e obbedivano, pertanto andava bene così, in quella casa tutto era avvolto da un alone di mistero, neanche fosse frutto della fantasia… ma non era mai stato bravo a immaginare cose diverse dalla realtà “ Ho sentito che lo vino è stato scaricato e che lo capitano sta a parlar con lo Sior Mylliano”.
    Sembrava avesse impiegato meno del previsto, di certo l’uomo si sarebbe lamentato della sua condotta, non aveva contrattato per poi allontanarsi dopo aver scaricato il vino… era possibile che Mylliano credesse, o sperasse, di non rivederlo più. Sfortunatamente l’avrebbe deluso anche in quello, era qualcosa in cui era sempre stato bravo “In cantina stanno imbottigliando lo vino arrivato, che lo Nobil Homo ha chiesto di berne e ha chiesto pure di voi”.
    Occorreva evitare che Vogero esagerasse e poi sarebbero intervenuti prima gli assaggiatori, per quanto il pensiero del loro primo incontro lo costrinse a portarsi una mano alla nuca nell’avvertire i lombi scaldarsi, avrebbe dovuto contenersi si disse “Lo raggiungerò subito” non c’era nessuna possibile sfida tra il maggiordomo e il Lupo, che il suo amato chiedesse di lui, durante il suo giorno libero, era un evento… non vi avrebbe mai rinunciato.
    Restare al capezzale di Sami avrebbe alleviato i suoi timori ma, in vero, non vi era molto che potesse fare a quel punto, di certo la sola vista del suo signore sarebbe stata sufficiente a rilassarlo.
     
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    Vogero era nel suo atelier, intento a pulire i propri strumenti da lavoro. Quando Jeson entrò, il Lupo era impegnato ad asciugar la propria tavolozza. Si era interrotto solo per volgersi verso la porta. «Mio cuore!» esclamò, felice di vedere Asher.
    «Spero di non averti disturbato, è che oggi è arrivato un carico di vino e quindi potremmo pranzare o cenare assieme, per gustarcelo!» esordì. «Ti va?» chiese speranzoso.
     
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    Ormai Ca’Nahar gli era familiare, per quanto non fosse lo stesso coi suoi abitanti i cui volti coperti albergavano nei suoi sogni… quelle stanze gli erano quasi amiche, a cominciare della sala da ballo, dove si allenava, a quella da bagno, dove i tubi scintillanti erano carichi di promesse, fino a quella della lettura e dei libri, per quanto dovesse sempre disturbare l’anziana era un piacere potervi accedere e osservare la grande gemma che illuminava l’ambiente simile a una qualche divinità.
    Ma tra tutte, a regnare come sovrana indiscussa, era quella che Vogero prediligeva, carica dell’odore di olio, tela e cera, nonostante tutti i suoi sforzi per portare il Lupo al giardino pensile doveva ammettere di apprezzarla, ancor più ora che Mylliano non era sempre in ascolto.
    Era talmente raro che il loro signore lo richiamasse durante il giorno libero… pertanto non si fece attende, attraversando porte e tende finché non fu in sua presenza. Una parte di lui detestava lasciarlo solo in quelle ore, ma il maggiordomo era riuscito a tenerlo in vito fino al suo arrivo e contava che avrebbe fatto lo stesso anche in seguito.
    Per quanto fosse un nobile il Nahar si occupava da solo dei suoi strumenti, difficilmente permetteva ad altri di toccarli… per quanto gliel’avrebbe concesse se l’avesse chiesto, solo che le sue doti di certo non incontravano gusti tanto dispendiosi “Mio cuore!” ogni volta che sentiva la voce dell’altro gli sembrava di essere tornato bambino, dubitava che suo padre o chiunque altro fosse mai stato altrettanto felice di vederlo, neppure Zilla.
    “Spero di non averti disturbato, è che oggi è arrivato un carico di vino e quindi potremmo pranzare o cenare assieme, per gustarcelo! Ti va?” spesso il suo amante rivelava un candore tale da soffocare perfino i suoi più bassi istinti, com’era stato per Edric, ma la verità era che non credeva sarebbe mai riuscito a negargli qualcosa.
    Anche se non era mai stato bravo a comprendere gli altri… col tempo aveva imparato a studiarli e questo gli aveva dato modo di vedere quali realtà scomode vi fossero davanti a lui. I suoi desideri di amore incondizionato, di sicurezza, di pace… erano tutti stati colmati e con essi era sopraggiunta l’età adulta che aveva lasciato dietro a sé quella delle scoperte.
    Per Vogero Nahar era molte cose, ma difficilmente avrebbe mai condiviso con lui i sentimenti che potevano nascere tra uomo e donna o tra uomo e uomo, o tra donna e donna a sentire Nymeria, non era poi così diverso dalle chimere scintillanti che il nano realizzava nel suo negozio, e una volta persa la sua lucentezza l’altro sarebbe passato a un giocattolo nuovo.
    Gli aveva chiesto rispetto e provava per lui un sincero affetto, la morte l’aveva strappato ai suoi doveri ma questo non significava che li avesse dimenticati, in verità Asher non aveva mai lasciato Jeson, per quanto il suo corpo e il suo volto fossero cambiati restava quel piccolo e inutile bastardo che non era riuscito a combinare niente. Eppure, ogni cosa, quando guardava quell’uomo, smetteva di pesargli sul cuore “Come potresti mai disturbarmi?”.
    Se gliel’avesse chiesto probabilmente avrebbe percorso la laguna a nuoto, nemmeno fosse la foce del Torentine, lasciando che gli animali che l’abitavano ne divorassero le carni “Ne sarei onorato” gli si era avvicinato senza nemmeno accorgersene, offrendosi a gesti perché gli permettesse di aiutarlo nella pulizia, le abitudini da scudiero erano dure a morire “Ma ti avviso… non sono un gran bevitore”.
    Ormai non si concedeva più nemmeno lo Iedar… acqua e limone, null’altro riusciva a bere, per quanto il gusto che gli scendeva in gola fosse terribilmente amaro.
    Sapeva che avrebbe dovuto dirgli la verità e che tacere era come mentirgli, ma per una volta nella sua esistenza non era disposto a perdere quello che aveva… ma se c’era lui, nel fondo del suo animo, steso su un letto di pietra e forse solo… che non gli concedeva pace, se Sami fosse morto avrebbe davvero avuto senso continuare a vivere? Gli sarebbe bastata un’ora, una sola, per assicurarsi ogni giorno che il mercenario respirasse… forse Mylliano avrebbe potuto farne le veci quando la belva di Braavos era intenta a riposare.
     
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    Vogero ridacchiò. «Oh! Bere è facile! Si prende il bicchiere e lo si svuota!» commentò, dandosi una pacca sulla coscia, scoppiando in una fragorosa risata per accompagnare quella che, secondo lui, era un'ottima battuta. Si fece serio e tese una mano, per poter accarezzar il volto di Asher, per poi chinarsi per baciarlo sulle labbra. «Se ti ubriacherai, ti metterò a letto e veglierò su di te» assicurò a fil di labbra, accarezzandogli i capelli.
     
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    Durante il loro primo incontro era probabile che il Lupo avesse svuotato le cantine per trovarsi in quello stato, ma non gli era dispiaciuto ed era comunque parso sufficientemente lucido da non ammazzarlo… inoltre sentirlo ridacchiare lo metteva di buonumore, era inevitabile. Gli si avvicinò maggiormente quando batté la mano sulla coscia, ascoltando quella risata in grado di far vibrare i costosi vetri dell’abitazione.
    Era difficile credere che qualcosa di così semplice potesse scuoterlo dal profondo, ogni volta, poteva contare sulle dita di una mano le volte in cui suo padre aveva riso e lo stesso valeva per se stesso, ma Vogero e Sami erano diversi. Era consapevole di essere ormai una creatura del tutto docile e sottomessa, aveva mostrato i denti al suo cavaliere molto più spesso che in quel luogo, dove si limitava a soffiare a Mylliano di tano in tanto.
    Il nobile l’aveva di certo addomesticato, per quanto un animale maltrattato potesse essere aggressivo era comunque in grado di diventare domestico apparentemente, pertanto non lo fece attendere a lungo, colmando la distanza quando allungò una mano, ritrovandosi a sospirare debolmente, tra il compiaciuto e lo sconfitto, appena poté posare il volto contro quel palmo morbido, privo della peluria che tanto gli piaceva… eppure terribilmente incantevole.
    Sollevò il capo ancor prima che l’altro facesse cenno alle proprie attenzioni, in una supplica silenziosa, invece del cibo erano quelle attenzioni a spronarlo e per quanto il solo pensiero del mercenario potesse distruggerlo dubitava di essere disposto a lasciarlo andare.
    Se si era in dubbio su che strada percorrere conveniva perseguire quella più dura, Ser Gerold non aveva fatto altro che dimostrarglielo, eppure era evidente che la sua ambizione e la sua fame non avessero mai avuto fine “Se ti ubriacherai, ti metterò a letto e veglierò su di te” quando l’altro gli accarezzava il capo veniva sempre percorso da un brivido, forse perché era consapevole che gli sarebbe stato sufficiente stringere le dita per frantumargli il cranio.
    Ragazzo o uomo che fosse sorrise nel bacio dell’uomo, socchiudendo gli occhi viola, di un colore terribilmente acceso, una parte di lui, quella più distruttiva, non desiderava altro. Si stiracchiò pertanto, quasi volesse scrollarsi di dosso le preoccupazioni della giornata, ma era consapevole che ciò non sarebbe accaduto finché l’uomo di Pentos non sarebbe tornato alla Tana, circondato dai suoi amici.
    Si posò contro l’amato a quel punto, dopo avergli stretto delicatamente la barba, cercandone nuovamente le labbra “Sembra un buon compromesso” sapeva che avrebbe potuto perdere tutto da un momento all’altro, ma in verità non era più disposto a rinunciare a nulla.
     
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    Al Lupo piaceva baciare e si dilungò in quell'attività per diversi minuti, poi si scostò e guardò Jeson. «Allora cosa vuoi per cena? Scegli quello che preferisci!» assicurò. Il cibo era la grande passione di Vogero, evidentemente per mantenere un fisico con quella mole, serviva, molto, molto cibo.
    200 px ad Asher per scusarmi del ritardo
     
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    Nessuna parte del suo amato era da sottovalutare… se anche suo padre si era ritenuto un uomo dedito al bacio, oramai sapeva quanto fosse un principiante.
    Come sempre si perse nelle attenzioni di Vogero, godendo del suo tocco, della vicinanza e del senso di colpa che lo attanagliava, ma tacergli quanto sapeva non l’avrebbe messo in pericolo, non sarebbe stato come con Lorian, anche se forse il maestro d’arme aveva iniziato proprio così prima di tradire suo padre.
    Quando il Lupo si staccò ebbe difficoltà a seguirlo per diversi istanti e dovette passarsi una mano tra i capelli per darvi un vago senso di decenza, coprendosi col mantello, aveva caldo e sapeva che gli sarebbe occorso un momento per fermare il respiro pesante “Allora cosa vuoi per cena? Scegli quello che preferisci!” dovette tentare nuovamente di respirare, inclinando leggermente il capo “Va bene… tutto” rispose, per poi socchiudere gli occhi pensieroso, avrebbe effettivamente voluto un po’ di peperoncino di drago ma questi copriva eccessivamente i sapori come il cioccolato “Astice?” si trattava di una delle pietanze preferite dall’amato, ma non poté che sorgergli un dubbio.
    “Il vino è rosso o bianco?” aveva un vago ricordo di quando si erano incontrati la prima volta, ma la sua mente era stata attratta da altro e da allora non erano giunti altri carichi, eppure era anche vero che a Braavos si consumasse meno carne rispetto a Dorne, vista la vicinanza col mare. Il Lupo dava una grande importanza al cibo, lui al contrario aveva passato più tempo a cucinare che a mangiare “L’avete fatto arrivare per l’incontro con la nobildonna?” chiese quindi del tutto sereno, prendendo poi posto.
    Mylliano faceva affidamento sulla servitù della casa e di rado gli si rivolgeva, pertanto era all’oscuro di molte cose, ma per quanto riguardava la sicurezza dell’altro doveva essere consapevole di quanto li circondava… se solo avesse avuto i suoi mercenari sarebbe stato tutto diverso, ma non intendeva condannarli e avrebbe anche dovuto trovare il modo di saldare il proprio, ulteriore, debito, chissà quanto si guadagnava scortando nobili ubriachi o facendo da scorta alle giovani cortigiane, non aveva fatto in tempo a scoprirlo assieme a Sami.
    Il pensiero dell’uomo steso nella Casa delle Mani Rosse lo tormentava, forse avrebbe potuto staccarsi la notte e raggiungerlo, dopo averlo chiesto al maggiordomo, così che il suo orso fosse al sicuro, non aveva mai creduto che potesse morire… era stato come una figura iconica delle ballate che sentiva da ragazzino.
    Nonostante vivesse in quella città era ancora troppo ignorante e non avrebbe percepito una paga ancora per molte e molte lune, forse mai continuando in quel modo, alla fine non gli sarebbe rimasto che essere un Bravo, o scoprire davvero la ricetta dello Iedar, ma anche in quel caso avrebbe dovuto chiedere chiarimenti a Nikodos sulla questione.

    Non hai bisogno di scusarti, mai, ma grazie per i px
     
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    Vogero gongolò. «Astice sia» disse, scostando delicatamente Asher, per poi alzarsi, stiracchiandosi la schiena. «Rosso... il vino bianco va bene per far lo Iedar, ma da ber da solo meglio il rosso» replicò, per poi aggrottar la fronte. «L'ho fatto arrivare perché mi piace e ogni volta che vendemmiano voglio averlo» replicò. «Perché dovrei averlo chiesto per una persona che non so nemmeno se ci piace?» chiese.

    75 px di scuse
     
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    “Astice sia” quando l’uomo lo scostò, seppur delicatamente, non poté che fargli riaffiorare alla mente suo padre… era andato lì per una ragione, per Sami, eppure nonostante tutte le attenzioni di Vogero… non si fidava. Era stato lo stesso con Ser Gerold, aveva la sensazione di aver a che fare con dei bambini, alcuni arroganti e supponenti, altri solitari e ossessionati dai propri giocattoli.
    Avrebbe voluto credere che il Lupo l’avrebbe aiutato col mercenario… ma forse per via dello scopare, del bere e del magiare, era stato costretto a mettere da parte i suoi istinti e a fare affidamento sulla propria mente, alla fine Mylliano si era rivelato per lui molto più utile del suo amato e tra i due era colui che avrebbe guadagnato di più nell’assisterlo.
    Il suo obiettivo era proteggere Ca’Nahar e salvando il suo amico avrebbe ottenuto la sua più sincera devozione, il maggiordomo aveva compreso perfettamente la sua situazione, più di chiunque altro, anche meglio di lui, ed era stato in grado di scindere il vero dal bisogno. Era lì per Vogero, poiché era stato cresciuto per essere in grado di sopravvivere, ma questo non gli bastava più e la sua famiglia sarebbe sempre venuta prima di tutto nonostante avesse cambiato nome.
    “Rosso... il vino bianco va bene per far lo Iedar, ma da ber da solo meglio il rosso” non gli era stato concesso spesso di bere vino e onestamente non lo apprezzava particolarmente, al che annuì, di certo preferiva lo iedar “L'ho fatto arrivare perché mi piace e ogni volta che vendemmiano voglio averlo. Perché dovrei averlo chiesto per una persona che non so nemmeno se ci piace?” nonostante l’uomo amasse il vino rosso non era solito ubriacarsi, qualcosa che apprezzava, con quella forza avrebbe potuto rappresentare un pericolo benché averlo tutto per sé, in quel momento, fosse un pensiero intrigante. Alle parole che seguirono si fece pensieroso, portandosi una mano al mento, sfiorandolo con l’indice... certi giorni avrebbe solamente voluto ritirarsi e stare accanto alla lettrice ma da un po’ di tempo non gli era più concesso.
    Non era molto esperto di donne, in vero avrebbe dovuto raccogliere quel poco che aveva appreso da suo padre e dal pentoshi “Per fare buona impressione, presumo…” aggrottò la fronte a quel punto, sedendosi con fare meditabondo come quando doveva concentrarsi nello cyvasse o negli scacchi “… non vorresti sposarti?” a rifletterci non aveva mai posto quella domanda al Lupo. Parlando con l’intendente sembrava vi fosse grande urgenza per quell’avvenimento “Tu e Jillian non volevate un erede?” in passato non avrebbe mai nominato sua moglie con tanta tranquillità, ma avevano passato insieme quasi ogni minuti di ogni giorno in quei mesi, e anche se non era ancora passato un intero anno al danzatore sembrava che fosse una vita intera.
     
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