[Approdo del Re] Grande città, grande opportunità

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    La prima notte la passarono in una stalla di una fattoria, non lontana dalla strada del Re. L'odore di fieno non riusciva a coprire quello di sterco e urina, ma almeno si risparmiarono l'umidità della notte.
    I successivi due andò meglio, si fermarono in diverse locande lungo la Strada del Re e i giacigli avevano le lenzuola pulite, anche se Rosyn dovette condividere la stanza con Lucos.
    Il carretto del vignaiolo li rallentava, se avessero viaggiati solo avrebbero impiegato appena un giorno, ma almeno così si erano goduti il viaggio, per così dire, visto che comunque cavalcare 8 candele al giorno non era un'abitudine per Rosyn, la quale cominciava a sentir dolore alla parte interna delle cosce.
    Nel pomeriggio inoltrato del terzo giorno, però, varcarono il Cancello degli Dei seguendo la strada del Re che si inoltrava oltre le mura cittadine.
    I loro nasi impiegarono un poco ad abituarsi all'odore pungente di quella città, anche se la notte nella stalla era stato un buon allenamento. Arrivati in una grossa piazza, ai piedi di quella che Rosyn aveva identificato come la collina di Visenya, soprattutto grazie alla presenza sulla sua sommità del Grande Tempio di Baelor, che Sandor si fermò. «Quello è il palazzo della gilda degli alchimisti» disse, stiracchiandosi la schiena.
    Si trattava di un edificio di marmo nero, che appariva abbastanza sinistro in quella piazza vitale e dove la gente pareva più preoccupata dal contrattare il prezzo delle uova che altro.
    «Ci conviene trovare un alloggio per la notte, prima che sia tardi» commentò Lucos.


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    Probabilmente c'era dell'ironia nel fatto che si fosse ritrovata a passare una notte in una stalla per la prima volta soltanto una manciata di ore dopo che la sola idea che i braccianti utili alla vendemmia avrebbero fatto lo stesso in un'altra stalla era bastata a disgustarla, ma Rosyn non aveva la minima intenzione di prolungare il proprio imbarazzo prendendosi in giro. Almeno la stalla che le era toccata non era affollata come si figurava sarebbe stata quella del vignaiolo da lì a qualche giorno, ma puzzava comunque moltissimo. Anche Approdo del Re aveva un pessimo odore, ma perlomeno di questo la nobile, che aveva già avuto modo di sostare in città in precedenza, non aveva dovuto sorprendersi. La grandiosità degli edifici che stava rivedendo le pareva tuttavia sufficiente, da sola, a compensarla per tutti i fastidi e per la stanchezza. Forse Valyria era stata altrettanto impressionante nell'antichità? Forse lo era stata anche di più. Magari sarebbe anche riuscita a visitare il tempio, una volta ottenuto l'obiettivo che si era prefissata.

    Sorrise, nonostante le facessero un po' male le gambe e avesse la netta sensazione di non avere più né un aspetto inappuntabile né un profumo adeguato. Chiuse elegantemente il parasole e lo lasciò pendere dal polso sinistro. Osservò per qualche istante il palazzo della gilda degli alchimisti, prima di voltarsi verso Lucos «Cupo... ma non privo di un certo fascino» commentò, per poi guardarsi intorno. Sbatté le ciglia qualche volta, rapidamente, come se fosse infastidita dal sole; era una cosa che faceva piuttosto spesso, per la verità, anche quando non c'era troppa luce «Dopo il viaggio che abbiamo fatto, non penso mi giudicherai capricciosa se pretenderò di passare la notte nella migliore locanda della città. Certo abbiamo abbastanza denaro» il sorriso di Rosyn si fece incerto, perché non aveva assolutamente idea di dove potesse essere la locanda più simile a quella che stava sognando ormai da due giorni «Forse tu sai dove si trovi?» chiese, speranzosa. Si schiarì la voce «Non vedo l'ora di tornare davvero presentabile... hm... potremmo altrimenti chiedere ospitalità a qualche parente... ma preferirei evitare imbarazzi» disse.

    Edited by Balenuvola - 27/2/2024, 00:04
     
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    Lucos si volse verso Peep. «Sei nato ad Approdo, vero?»
    Il soldato annuì. «Le migliori taverne, ma anche le peggiori, le potete trovare nel Vicolo dell'Anguilla e dovrei ricordarmi come ci si arriva» spiegò.
    Lucos si rivolse quindi a Sandor. «Unitevi a noi, meritate la nostra ospitalità.»
    Sandor e Merry lo osservarono stupiti per poi sorridere e chinare il capo riconoscenti. «Grazie, m'lord.»
    Il gruppo quindi, guidato da Peep, si diresse verso l'angolo sud est della piazza e imboccò quella che sembrava essere la strada maestra che correva dritta come un fuso verso la Fortezza Rossa. Quando furono furono a poche centinaia di metri dal castello, ai lati della strada comparvero alberi ad abbellirla, rendendola uno splendido viale alberato.
    Poco dopo l'inizio del viale, Peep scese da cavallo e si indicò una strada laterale. Il carro di Sandor ci passava ma tra esso e le mura degli edifici addossati alla strada ci passava un uomo per lato. La stradina zigzagava tra gli edifici e il vignaiolo dovette ringhiare le imprecazioni, senza pronunciarle, per riuscire a far girare il carro in quella strada, la quale finì per sfociare in un altro viale e questo sembrava davvero ricco di vita. C'erano edifici con verande al pian terreno o al primo piano, con tavoli affollati da persone intente a bere o mangiare.
    Ci vollero diversi minuti prima di trovare una locanda adatta a loro che avesse posto e varcarono i cancelli di legno che separavano il cortile interno dalla strada.
    Un garzone da stalla, un uomo di vent'anni, si fece subito avanti. «Benvenuti al Gatto Bianco» esordì, per poi fischiare rumorosamente. A quel suono accorsero altri tre ragazzi e due ragazze di età decrescente, per occuparsi dei cavalli e del carro. Se il più grande aveva vent'anni, la più piccola doveva averne otto.
     
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    Rosyn si voltò verso Peep con le labbra piegate in un sorriso che non sarebbe sembrato fuori posto sul viso di una septa, da quanto era privo di malizia «Bene...» commentò. Il tono della nobile era molto gentile come al solito «Con il tuo aiuto potremo evitare molto accuratamente le peggiori. Fai strada» esortò la guardia, accompagnando le ultime due parole con un piccolo gesto elegante della mano destra. Dedicò un sorriso visibilmente meno impostato a Lucos, a dimostrazione del proprio apprezzamento per il suo atto di generosità verso Sandor e Merry, per poi seguirlo di buon grado.

    Mantenendo Tortina al passo, osservò la Fortezza Rossa farsi sempre più vicina con aria vagamente meravigliata, per poi farsi distrarre dall'armonia tra gli alberi che avevano iniziato a decorare elegantemente i bordi del viale e gli edifici che si affacciavano sullo stesso, i quali le parvero molto più imponenti e belli di quelli che aveva potuto vedere nei quartieri meno centrali, eccezion fatta per i monumenti. Immaginò l'ultimo tratto che la separava dalla residenza della famiglia reale ornato da stendardi e festoni in suo onore e trombettieri in abiti colorati che le intonavano un benvenuto degno di una regina. L'atmosfera di quel viale frondoso le stava piacendo tanto che quasi le dispiacque doverlo lasciare per imboccare la stradina laterale che li avrebbe portati alla locanda promessa loro da Peep. Dovette fermarsi ad ogni strettoia ad attendere le manovre del carro e ogni volta ignorò pazientemente i poco signorili ringhi di Sandor, che evidentemente non era di buon umore quanto lei, prima di ritrovarsi in un altro viale che, con le sue verande e il clima di festa che i borghesi vi creavano, finì per apprezzare non meno di quello che conduceva alla Fortezza Rossa, se pure per motivi diversi. Decise che Approdo del Re era meno cupa e solenne di quanto ricordasse e la cosa non le dispiacque affatto. Sebbene non si illudesse di poter partecipare attivamente ai festeggiamenti dei borghesi né provasse un vero desiderio di mescolarsi a loro, riusciva quasi sempre ad apprezzare da lontano l'allegria dei plebei. Era stata anche la speranza di restare favorevolmente sorpresa da ciò che non era mai riuscita a vedere di Approdo ad averla spinta a intraprendere quel viaggio e in poco tempo la sua opinione della città era già cambiata in meglio.

    Fu sollevata quando trovarono posto al Gatto Bianco e scese da cavallo non appena il garzone diede loro il benvenuto. Lanciò un'occhiata alle guardie «Tenete d'occhio i bagagli... e il barile» ordinò, a voce piuttosto bassa ma senza preoccuparsi poi troppo di mostrare una sana diffidenza per il luogo in cui si trovava. Posò gli occhi azzurri sul garzone e i suoi aiutanti «Molto gentile. Mio fratello ed io desideriamo alloggi adeguati, cibo adeguato e un bagno caldo. Anche i nostri accompagnatori dovranno essere ben sistemati... e, naturalmente, vi occuperete anche dei nostri cavalli» abbassò la voce «Inoltre... sono disposta a ricompensare generosamente chi riuscirà a procurarmi con discrezione un abito pulito da indossare nella mia stanza e anche chi nel frattempo andrà a lavare quello che potete vedermi indosso ora... ahimé, le circostanze hanno affrettato la nostra partenza e così non ho potuto portare altri vestiti con me» disse, in tono vagamente dolce.

    Edited by Balenuvola - 7/3/2024, 17:56
     
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    «Faremo del nostro meglio per accontentarvi, mia Signora» rispose il garzone, poi con un cenno del braccio, indico ai clienti l'ingresso della locanda che s'affacciava sul cortile. «Una volta nella sala comune, mia signora, chiedete di Ginny: è mia madre e sicuramente potrà aiutarvi per l'abito» spiegò.
    Una volta all'interno della sala comune, Lucos ordinò la cena per tutti, scegliendo poi il tavolo dove sedersi. «Quanti giorni ti servono per piazzare il vino?» le chiese, mentre era intento a pagare la cena e il pernotto al locandiere. A seconda di quanti giorni si sarebbero fermati, il costo sarebbe mutato, ma era il caso di pagare in anticipo, per non rischiare di perdere le stanze.

    Ginny era una donna che superava di poco il metro e mezzo, aveva una quarantina d'anni, capelli di un biondo spento, ma un sorriso splendente e cordiale. Ascoltò la richiesta di Rosyn con attenzione. «Per la notte vi basta una camicia da notte o volete qualcosa di più elaborato?» chiese.
    «Se mi permettete, in privato, di prendere le vostre misure, vedrò di farvi trovare un abito degno del vostro, sino a quando esso non sarà asciutto» assicurò.
     
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    Si limitò a rispondere al garzone con un piccolo cenno del capo, ma aveva un'espressione piuttosto soddisfatta. La giovane decise di essere disposta a dare un cervo d'argento a Ginny, se ella avesse esaudito perfettamente i suoi desideri; altrimenti avrebbe ricompensato la locandiera solo con due stelle di rame; oppure ancora le avrebbe dato un penny, o proprio nulla, ma questo solo nel malaugurato caso in cui i servigi che la donna fosse in grado di offrirle si sarebbero rivelati del tutto insufficienti.

    Si guardò intorno e si sedette di fronte al fratello, dopo aver sistemato la gonna con un gesto discreto della sinistra in modo che non potesse nel mentre prendere una piega sbagliata. Aveva pensato durante il viaggio alla risposta alla domanda che Lucos le aveva appena fatto, ma non aveva una risposta precisa «Debbo scrivere una lettera per il Maestro del Conio e recapitargliela... forse non vorrà ricevermi di persona: questo se avesse troppi affari più importanti di cui occuparsi o se non dovesse prendermi sul serio a causa della mia età... ma sono certa che non mi farebbe la scortesia di non rispondermi affatto. A seconda di come mi risponderà e di quando, potrò incontrare lui o il cantiniere... quindi non meno di tre giorni e non più di sette, spero» espirò profondamente, improvvisamente un po' preoccupata.

    Sorrise dolcemente a Ginny, quando finalmente poté incontrarla, perché il suo sorriso le piaceva «Per la notte basterà della normale biancheria, sì... anche non di buon tessuto, purché non sia troppo ruvida... ma vorrei anche poter lasciare la mia stanza mentre aspetto che il mio abito asciughi. Temo di non aver tempo di attendere che sia confezionato un abito su misura, che rischierebbe di venir pronto dopo la mia partenza... ma potrei prendere in prestito abiti puliti e, se vi serve prendere le mie misure per trovarne di adatti, non ho alcuna obiezione»

    Edited by Balenuvola - 15/3/2024, 16:45
     
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    Il fratello decise di prenotar la stanza per tre giorni, per il momento, con l'opzione di prolungare il soggiorno adattandole alle necessità di quell'impresa.
    Ginny annuì. «Ho diverse tuniche di lino da potervi mettere a disposizione, una non è nemmeno mai stata usata, se preferite» spiegò. «Io credo che il sarto Ivanor, potrebbe farcela. Non è il più bravo della città quindi sicuramente non sarà oberato di lavoro: ora che si è sparsa la voce che il Re sta tornando con un nuovo Primo Cavaliere, tutte le dame della città son corse a ordinar un abito nuovo per i festeggiamenti che sicuramente ci saranno, in onore della nuova Mano del Re, quindi i migliori sarti saranno ricoperti da ordinazioni» raccontò la donna. «Credo quindi che Ivanor possa dedicarsi al vostro abito assieme ai suoi assistenti e completarlo rapidamente. So che lui da solo ha realizzato un abito in appena 2 giorni, quindi son certa che con l'aiuto degli assistenti riuscirebbe a far prima.
    Se però non foste sicura, potremmo adattare un abito a noleggio in modo che vi calzi al meglio, quello è un'intervento di poche ore»
    concluse.
    200 px di scuse per il mio ritardo


    Edited by The Iron Throne GDR - 30/3/2024, 15:07
     
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    Rosyn assunse un'espressione piuttosto perplessa «Mi chiedo perché non sia mai stata indossata» ammise, senza darsi troppa pena di nascondere la propria curiosità dal momento che, per quanto potesse apprezzare l'idea che la tunica in questione fosse praticamente nuova, aveva dubbi sulla sua qualità «Gradirei poterle vedere, prima di decidere: fatemele trovare tutte quante in camera... e fate anche in modo ch'io possa capire quale sia di esse sia quella che non è mai stata usata prima...» addolcì un altro poco il tono, prima di continuare «Ne sceglierò una o forse due e vi farò riportare le altre dai garzoni prima del calar del sole» assicurò. Al seguito, alzò quasi impercettibilmente un sopracciglio, per poi arricciare l'indice della destra e toccarsi il mento con la prima falange di esso. Si stava chiedendo, oltre a quali difetti rendessero il lavoro del sarto Ivanor meno desiderabile di quello di altri, se sarebbe stato poi così sbagliato usare parte del denaro che le era stato dato per la vigna per farsi confezionare un nuovo vestito, che l'avrebbe aiutata non solo ad essere più convincente con chiunque avrebbe dovuto valutare l'acquisto del vino di Sunyard per le cantine reali, ma le avrebbe anche permesso, forse, di poter partecipare ai festeggiamenti in onore del nuovo Primo Cavaliere anche senza un invito formale. Si sarebbe potuta fare un regalo e fare il bene della vigna allo stesso tempo? «Devo ammettere di essere tentata, gentile Ginny... stando così le cose, potrei anche ordinare un nuovo abito. Vorreste ricordarmi in quale data si terranno i festeggiamenti?» non voleva ammettere apertamente di non saperlo, anche se si rendeva conto che la locandiera l'avrebbe probabilmente intuito.

    Edited by Balenuvola - 2/4/2024, 07:04
     
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    «Perché mi è stata consegnata due giorni fa, quindi nessuna dama l'ha ancora usata» replicò con semplicità Ginny, che annuì alla richiesta di Rosyn. «Do subito disposizioni, così quando finirete il pasto e salirete in camera, le troverete sul vostro letto» disse, per poi sollevar le sopracciglia. «Non ci sono date, milady: sappiamo che il Re ha lasciato Winterfell, ma non sappiamo dove sia di preciso in questo momento, quindi non c'è una data precisa, ma di certo non prima di un mese o forse addirittura due» rispose.

    125 px di scuse per il mio ritardo
     
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    Il sorriso di Rosyn si addolcì e si affievolì allo stesso tempo, alle prime di Ginny «Molto bene» rispose soltanto, piuttosto soddisfatta e a bassa voce. La nobile sapeva di essere eccessivamente diffidente - era stata soprattutto sua madre a renderla così - ma era convinta che mostrarsi sospettosa con mercanti e locandieri non fosse affatto sbagliato «Siete molto gentile... vi ricompenserò prima di ripartire e non mancherò di parlare bene della vostra locanda ogni volta che sarà appropriato» disse, con tono dolce.

    Lord Stark doveva aver accettato la nomina di cui aveva sentito parlare i suoi genitori. Se il Re e il nuovo Primo Cavaliere erano partiti soltanto da poco da Winterfell, dovevano effettivamente essere un po' troppo lontani perché Rosyn potesse attendere i festeggiamenti che si sarebbero tenuti dopo il loro arrivo «Siete molto ben informata, Ginny» certamente meglio di lei, che pure mancava da Stronghold Hill da soltanto qualche giorno «Non posso attendere qui per un mese... per quanto la vostra ospitalità sia squisita, la mia presenza sarà richiesta altrove molto prima... ma tornerò in città in tempo» speranzosa. Cercò di calcolare mentalmente quando sarebbe iniziata la vendemmia e quanto tempo avrebbe richiesto per essere portata a termine.
     
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